martedì 29 aprile 2008

La valle d'oro

A circa 1330 km dal bir&fud c'è la prima tappa del nostro viaggio birrario in Belgio, Villers-devant-Orval, meta: l'Abbazia di Notre Dame d'Orval. Arrivando dall'Italia, la città e la tappa birraria Orval sono le più "vicine". Dopo diverse ore di guida e d'attesa (il viaggio in camper è stato agevole e comodo ma comunque lungo) la vista dell'Abbazia sembra un miraggio e le nostre papille gustative iniziano a reclamare il nettare tanto atteso.
L'abbazia di Orval.

Sarà il sole (strano ma vero), l'atmosfera, la fatica ma non appena entriamo dentro ci sembra tutto così tranquillo, bello, profumato quasi magico. Orval è quasi unica perchè presenta due complessi di edifici monastici allo stesso tempo; il primo, quello più antico (si parla del XI e XII sec.) sono le rovine, accessibili a tutti e con un fascino particolare.
Le rovine più antiche.

Un'altra veduta delle rovine.

Il secondo, più moderno è una costruzione recente, imponente, che riproduce il piano di un monastero anteriore eretto nel XVIII sec.
A sinistra la parte vecchia, a destra la parte moderna.

Fondata da frati benedettini calabresi nel 1070 ospita la più grande comunità cistercense del Belgio. Visitiamo l'Abbazia, il Giardino delle piante medicinali, i Sotterranei, la chiesa solo dall'alto(vedi foto) e soprattutto la Fontana di Matilde, la sorgente d'acqua da dove scaturisce la leggenda di questo psoto e del suo nome.
Il delizioso chiostro interno dell'Abbazia.

Veduta dall'alto della chiesa.

Si narra appunto che la contessa Matilde di Toscana abbia fatto visita ad Orval in occasione di una partita di caccia, poco dopo la morte del marito Goffredo il Gobbo. Mentre era seduta sul bordo di questa sorgente (che ancora tutt'oggi fornisce acqua per la produzione di birra e a tutto il convento) le cadde l'anello nuziale, a cui attribuiva un valore sentimentale enorme, nell'acqua. Ci furono diversi tentativi di ritrovarlo ma tutti vani. Dopo aver pregato nell'oratorio li vicino tornò alla sorgente e vide d'improvviso comparire una trota con l'anello perduto in bocca. Fu così che la Matilde, contentissima, esclamò la famosa frase che diede il nome all'Abbazia e alla birra: "Questa è proprio una VALLE D'ORO". Ora della sorgente/fontana è rimasto un angolo molto carino e riservato, proprio dove "accadde il fatto".
L'angolo della sorgente con la madonna in pietra nera.

Una volta terminata la visita culturale, abbiamo preso la via del negozio interno: tutti a prendere birra Orval (una delle 6 birre trappiste belga) e due tipologie di formaggio fatti con la birra dell'abbazia, uno più stagionato, l'altro morbido, con crosta arancio. Quest'ultimo viene utilizzato come ingrediente in un piatto tipico che viene servito nel cafè adiacente all'Abbazia. Presentato in una terrina di coccio, a base di patate lessate, prosciutto cotto e sopra a "mo di tetto", fette di formaggio morbido Orval che una volta messo in forno si squaglia e rende questo piatto speciale. Consiglio vivamente di abbinare al piatto la oramai famosa Petit Orval (od Orval Vert) di 3,5°, in pratica una Orval ottenuta per diluizione con acqua del mosto di Orval originale, prima della fermentazione, per diminuirne la gradazione alcolica, riservata ai monaci (la bottiglia si presenta senza etichetta). La birra in questione non perde affatto i suoi profumi erbacei ed intriganti al naso e in bocca è piacevolissima.
La Petit Orval (senza etichetta) al Cafè Ange Garden.

Beviamo anche la classica Orval. Una birra che fa "stile a sè", di un bellissimo color arancio, con una schiuma abbondante, cremosa. Al naso avvertiamo subito profumi di frutta matura, susine e prugne; in bocca fruttata, si avvisa la luppolatura, con note di rabarbaro, liquerizia e china. Piacevolissma anche perchè ha una grdazione di 6,2%.
L'Orval classica e il suo bicchiere.

L'atmosfera del Cafè si fa calda, morbida, complice la giornata con un bel sole e la stanchezza del lungo viaggio. Finiamo le nostre birre, e ci avviamo verso "casa". L'abbazia di Orval rimane una tappa obbligatoria per tutti i viaggiotori in cerca di birre e birrifici.
Al prossimo report birrario, a breve!
Mirko


Abbaye Notre-Dame d'Orval
Villers devant Orval, 6823
Tel. 0032(0)61311060
Sito ufficiale

Cafè Ange Gardien
Rue d'Orval, 3 B-6823
Villers devant Orval
Tel. 0032(0)61381886

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Interessante, mi piace l'Orval
Byez

Anonimo ha detto...

Tu sei bravo, tu sei bravo...
Mirko

Andrea Bezzecchi ha detto...

Quella grande donna di Matilde di Canossa ha vissuto per gran parte della sua vita nel nostro territorio (dall'appennino tosco-emiliano, appunto a Canossa, a Mantova) ed e' conosciuta come una delle donne piu' influenti della nostra storia, tant'e' che e' una delle pochissime ad essere stata sepolta (non proprio sepolta...ma questa e' un'altra storia) in San Pietro con la tomba fattale dal Bernini!
E' stata una sorpresa bellissima rivederla citata anche nell'Orval che apparentemente non c'entra niente.
In ogni caso, giusto per precisare, ci sono storici che ritengono che il marito "imposto", Goffredo il Gobbo, sia morto proprio per mano di Matilde che l'avrebbe infilzato da dietro un cespuglio mentre faceva un bisogno ... scusa Mirko l'angolo un po' splatter ma e' per la causa della storia! :)

ciao
andrea

Anonimo ha detto...

Eh si spulciando su Internet se ne trovano diverse su Matilde, dev'esser stata una gran donna. Leggevo che "Dopo la sua morte, attorno al personaggio venne a crearsi un alone di leggenda. Gli agiografi ecclesiastici ne mitizzarono il personaggio facendone una contessa semi-monaca dedita alla contemplazione e alla fede. Lo stesso Dante Alighieri ne sentì parlare e la inserì nell'XI canto del Paradiso della Divina Commedia, ponendola nella cerchia dei militanti per la fede."
Deve aver avuto anche parechi segreti, magari ci si scrive un bel post.
Ciao Mirko