giovedì 28 gennaio 2010

Agostino e le sue birre


E' parecchio che ci pensavo ma non l'ho mai fatto; scrivere qualcosa su uno dei primi birrifici italiani artiginali, che ha segnato la storia e le evoluzioni birrarie, che ha egregiamente resistito al tempo, alle tendenze e alle mode del momento e che non smette di migliorare la propria qualità: parlo del Birrificio Italiano di Lurago Marinone. Si si quello della Tipopils per intenderci.
2 giorni fa Agostino è venuto a Roma per parlare con i suoi clienti/amici. E' venuto a trovarci in negozio, logicamente si è parlato di birre, dell'ultima arrivata (almeno a Roma) Sparrow Pit in collaborazione con la Thornbridge e molto altro.

Le nuove bottiglie del birrificio italiano!

Le sue birre parlano da sole, con i loro profumi, i sapori. Per chi volesse capire di cosa si parla allego un paio di descrizioni delle birre e inserisco i link indispensabili del birrificio italiano. Sito Istituzionale. Blog. (eh si pure il blog!). Ecco la sua storia e la sua filosofia di produzione, dategli un'occhiata.
Qui in negozio, al momento, abbiamo: Tipopils, Vudù, BiBock, Ambershock e Cassissona.
Vi aspetto, ciao Mirko.

TIPOPILS


È così efficiente nel togliere la sete che dopo il primo bicchiere non ci sarebbe bisogno di berne altra ; la voglia di sperimentare nuovamente la gratificazione legata al primo sorso porta invece irrimediabilmente a berne altra e poi altra e poi altra ancora. L’effetto euforizzante dei primi bicchieri permane anche con gli altri e non si rischia mai di ritrovarsi improvvisamente “ubriachi” con tutte le conseguenze che ne derivano. La bevo perché non voglio ubriacarmi ma voglio fare più sorsi possibili di una bevanda che adoro ; a volte, accidentalmente, diventa un gesto automatico che ripeto senza nessun particolare motivo ; è questa l’altra faccia della medaglia : una birra così può essere bevuta in grandi quantità anche senza accorgersene (PERICOLO!). Richiede più assennatezza nel bere di quella che richiedono altre birre.

Scheda sensoriale:

Birra di colore giallo con schiuma bianca, compatta e persistente e leggero perlage. Medio livello di saturazione carbonica. Caratteri marcanti il tipo: gusto e retrogusto amaro; aroma e profumo di malto Pilsener e di luppolo fresco. Caratteri di media intensità: sapore di malto, dolciastro, rinfrescante e pastoso. Caratteri a debole intensità: sapore acidulo (citrico) e di liquerizia; aroma e profumo di frutta (banana), fiori (rosa) e lievito fresco.

AMBERSHOCK

È la birra della festa, è una festa della birra, è la birra in festa. La A.S. è quasi un rito perché non la si può bere da soli e quindi richiede compagnia, il prescelto fa le parti (uno la versa così, l’altro cosà, uno è più bravo, l’altro meno), tutti insieme si brinda. Il primo sorso in genere riesce sempre a strappare un commento o un cenno di assenso tra i convitati; ci si scambia delle semplici opinioni. La bottiglia è sempre offerta da qualcuno in particolare (non la si paga mai alla romana, ognuno semmai ne offre una). Ha un gusto caldo che ti mette a tuo agio e ti riscalda dentro. Io la offro e la bevo quando mi sento particolarmente “gagliardo”; se riesco a limitarmi la sensazione permane e si accresce, se esagero non so mai come e dove potrò ritrovarmi il giorno dopo. E’ come una donna particolarmente affascinante e volubile: può fare di te ciò che vuole.
È “L’Imprevedibile”.

Scheda sensoriale:

Birra di colore ambrato carico con schiuma brunastra, compatta e persistente. Perlage leggero o medio, medio livello di saturazione carbonica. Caratteri marcanti il tipo: gusto pastoso; aroma e profumo di malto caramello e di agrumi. Caratteri di media intensità: sapore dolciastro e di mandorla amara; aroma e profumo floreale (pout-pourri di fiori “dolci”). Caratteri a debole intensità: sapore acidulo (citrico), di malto, dolce/amaro e con una punta di gusto di noce; aroma e profumo di malto torrefatto, di luppolo fresco, di frutta (amarena, ananas, banana, e agrumi) ed un sentore di burro o margarina.

VUDU

Pare, con un buon grado di certezza, che le prime birre di frumento del Sud-Ovest della Germania (Baviera e Baden-Württenberg) fossero scure e non chiare come quelle oggi più diffuse. Per dirla tutta, le birre di tutto il mondo erano originariamente scure, torbide (non filtrate) e fresche (non pastorizzate); venivano servite in boccali di terracotta ed era quindi impossibile apprezzarne il colore. Un giorno, i birrai boemi pensarono di produrre una birra chiara (la Pilsener) e, grazie alla sempre più grande diffusione del vetro per il quale la Boemia è ancor oggi famosa, decisero di servirla nei bicchieri. L’effetto combinato ottenuto piacque talmente tanto ai consumatori che nel giro di pochi decenni le birre scure ed i boccali di terracotta sparirono quasi del tutto ed il mercato della birra entrò – purtroppo – nella sua fase industriale. Per fortuna da alcuni anni birrerie grandi e piccole, ma soprattutto i micro birrifici come il nostro hanno avviato una lenta ma costante riscoperta delle antiche ricette birrarie. In ossequio a questa rinascita, che noi sosteniamo pienamente, abbiamo pensato di ricreare la Weizen delle origini, quella scura. E’ difficile parlare della “Vùdù®” perché dopo averla presentata, l’abbiamo vista scorrere attraverso le spine con velocità supersonica per finire del tutto nel giro di soli tre giorni. Io e molti di quelli che c’erano ricordiamo una birra con un gusto nuovo ed intrigante; facile da ingerire in grande quantità, non senza soddisfazione per il palato. E’ nata per celebrare il secondo compleanno del “Birrificio Italiano®”.

Scheda sensoriale:

L’esperienza mi insegna che, quando degusto per al prima volta una birra del B.I., non devo pensare allo stile strettamente indicato dal nome, perchè mi troverò davanti ad un prodotto difficilmente catalogabile come puntualmente è avvenuto nel caso della Vùdù. Vùdù è una creazione originale del B.I., dal bel colore bruno-ambrato poco torbida e con una bella schiuma brunastra meno abbondante di quella di una tipica weizen dunkel ma ben strutturata e aderente alle pareti del bicchiere. Olfatto delicato nel floreale di malva e più deciso nella viola con piacevole sentore di frutta cotta (mela e soprattutto pera), lieve banana e un citrico molto opportuno, anche se appena accennato, dato dall’utilizzo del frumento. Gusto caratterizzato da un equilibrio tra un torrefatto ben presente ma mai invadente e un fruttato (toffee, frutta secca e lievissima banana matura) armonioso ma mai dominante. Retrogusto non troppo amarognolo con una deliziosa punta di pepato.

CASSISSONA

Cassissona è una birra esuberante, gassata, dolce e forte. Ricco e complesso aroma di frutta – primo tra tutti il ribes nero – ed altri sapori/odori nuovi ed intensi. E’ una birra specifica per alcune specialissime situazioni ed è valorizzata al massimo se consumata con dolci e dolcetti a base di frutta oppure – valida alternativa – con formaggi saporiti. Una certa sua “vinosità” fa sì che si adatti piuttosto bene anche a biscotti secchi tipo i “cantucci” senesi.
Per la sua dolcezza e per la sua forza, favorisce la languidità e l’abbandono del corpo e della mente. Adatta ai flemmatici o come rimedio specifico per chi soffre di iperefficientismo. Dopo di Lei niente: un numero astronomico di minute bollicine portano – alla velocità di espansione dei gas – molecole profumate (esteri ed alcooli superiori) e massicce dosi di alcool etilico ai pochi sconvolti ed impressionati neuroni del cervello. Non c’è tempo per domande, non è tempo di risposte, mettetevi comodi e godetevi una boccata di vita.

Scheda sensoriale:

Bellissimo color albicocca con riflessi arancio. Schiuma clamorosa che definirei tipica di uno spumante. Una frizzantezza volutamente “esasperata” impedisce per qualche istante l’analisi olfattiva poi partono in rapida successione un formaggio molto stagionato (azzarderei vacherin), un sentore molto discreto di cassis e un finale netto di esplosiva vaniglia. Strepitosa in bocca con una notevole “crème de cassis” iniziale che poi si affievolisce favorendo un gradevole netto sapore di toffee punteggiato da brevi ma ficcanti incursioni di un luppolo agguerrito che riesce non solo a farsi rispettare in un territorio ostile ma che conferisce un taglio secco nel retrogusto a mio avviso molto coraggioso ed opportuno. Quando la temperatura si alza, si avverte la sua stretta parentela con la consolidata Bibock.

BIBOCK

Bock, in tedesco indica genericamente il maschio delle capre ovvero in italiano “Caprone” o “Becco”. In realtà l’origine della parola viene dalla deformazione da parte dei birrai bavaresi, del nome della città di origine di questo tipo di birra e cioè Einbeck (Bassa Sassonia). Di certo c’è che l’idea di potenza e di selvaticità dell’animale, calzano abbastanza bene con questa birra forte. La prima domanda da porsi quando ci si trova ad avere a che fare con certe bestiacce è: “Riuscirò ad addomesticarla?”. Si tratta in effetti di un problema da non sottovalutare ma seguendo alcune semplici indicazioni chiunque sarà in grado di farsi amico il famigerato caprone:
1. non mostrate mai di temerlo;
2. non voltategli mai le spalle;
3. muovetevi lentamente e parlate con tono fermo e deciso;
4. quando vi alzate dal tavolo appoggiatevi da qualche parte;
5. non prenotate il campo da tennis per la mattina dopo.
Per il resto non c’è molto da dire, salvo che se un giorno scopriste di esservi innamorati del Caprone e pensaste di andare in qualche modo contro Natura, dovrete tenere conto del fatto che pur trattandosi effettivamente di un sentimento in qualche modo riprovevole, al “Birrificio Italiano®” è un problema molto diffuso. Fidatevi di Lui e lasciate persino che approfitti di voi (perché no!, non c’è limite alla depravazione): dormirete sonni tranquilli e profondi, ve lo posso garantire.

Scheda sensoriale:

Birra di colore ambrato chiaro con schiuma bianca e compatta non molto persistente. Leggero perlage e medio livello di saturazione carbonica. Caratteri marcanti il tipo: aroma e profumo di luppolo fresco. Caratteri di media intensità: sapore dolce/amaro, pastoso con retrogusto amaro; odore e aroma di frutta, in particolare agrumi (chinotto) e spezie (arancio di Curacao) aroma di lievito fresco. Caratteri a debole intensità: sapore di malto e rinfrescante; aroma e profumo di malto (pilsener e caramello), frutta (banana e albicocca), fiori (gelsomino).

mercoledì 20 gennaio 2010

Un punto di vista un po distorto....



Questa volta non si tratta di prodotti da vendere o da bere o viaggi birrari, si tratta della verità!
Il "un po" nel titolo è anche ironico...mi riferisco a quest'articolo apparso oramai da un paio di giorni su Repubblica.it Roma.
Che dire: chi frequenta via benedetta e Trastevere lo sa perfettamente che son cose veramente indecenti e soprattutto false quelle scritte dalla "giornalista". Il Ma che siete venuti a fà è un punto di riferimento per tutti, i gestori sono sempre stati onesti, precisi, rispettosi del prossimo. Foto ad hoc "false" e tendenziose, diciamo che si sono inventati un caso tanto epr scrivere qualcosa o fare qualche favorino a qualcuno, siamo alle solite. Diffidate gente ed andate a vedere di persona!
Un paio di passaggi ve li metto qui sotto per farvi rendere conto di che invenzioni stiamo parlando:
"Per arrivare al portone di casa propria non basta chiedere permesso. Bisogna aspettare che la fila scorra e che la massa di giovani ubriachi, alcuni seduti in terra, altri fermi in mezzo alla strada, accetti di far passare gli abitanti della strada".
Addirittura masse ubriache...e poi:
"Poi c'è il cigolio delle serrande arrugginite dei locali che, dopo le due di notte, vengono abbassate ma non chiuse completamente. Perché in questa maniera i giovani possono entrare, anche dopo l´orario di chiusura, a comprare qualche birra da consumare in strada".
Da quando esiste il pub non è mai successa una cosa del genere, centinaia di persone potrebbero testimoniare. Per continuare a discuterne vi raccomando il sempre valido ed aggiornato blog sulla birra artigianale, del grande Andrea. Troverete anche molti altri pareri. Ci si sente al più presto con i nuovi birtur in programma a breve. Mirko.

martedì 12 gennaio 2010

Nuovi arrivi 2010


Ciao a tutti e buon anno.
Abbiamo subito iniziato a prendere qualcosa di nuovo per questo 2010. Trattasi di un birrificio belga, la Brasserie Caracole, situato a Falmignoul nella Vallonia, in provincia di Namur.

Il birrificio visto dall'esterno.
E' sempre un birrificio artigianale che produce 4 tipologie di birre diverse, ne abbiamo prese per ora 3, a breve anche la quarta!

Partendo dalla Troublette (etichetta qui sopra), una blanche classsica, cinque gradi alcolici, molto profumata, agrumata e "limonosa" al naso. Dissetante e perfetta per gli aperitivi serali, si sposa bene anche con fritti e con il pesce.

Per passare alla blonde a otto gradi alcolici, la Saxo (etichetta qui sopra). Ricca di aromi e fruttata al naso. Il tenore alcolico scalda ma non disturba. Si avvisa anche un leggero luppolo e spezie nel finale, che chiudono degnamente quest'ottima birra.

E per chiudere, almeno per questa prima tornata, la Caracole (etichetta qui sopra) che prende nome dal birrificio. E' un ambrata anch'essa molto profumata, con un leggero speziato e fruttato grazie all’aggiunta di scorze di arance amare. Davvero buona!
Vi aspetto in negozio. A breve anche qualche nuova sorpresa della De Struise e si ricomincerà con le visite guidate ai birrifici.
A presto Mirko.